Call for Papers
Design esposto: Mostrare la storia / La storia delle mostre
V convegno AIS/Design, 2021. Consegna abstract 3 luglio 2021.

Fin dalla sua costituzione, AIS/Design ha dedicato una specifica attenzione alla conservazione, alla curatela e all’esposizione del design come pratiche importanti di elaborazione storica e critica della cultura del design. In occasione del primo convegno dell’Associazione, nel 2011, questi temi sono stati oggetto di riflessione di una commissione di studio, i cui lavori hanno alimentato successive iniziative, fra cui un panel nell’ambito della conferenza Università, Musei, Archivi: il design fa rete, organizzata dall’Unità di ricerca in Museologia del Design presso l’Università Iuav di Venezia nel 2012, e la pubblicazione del terzo fascicolo della rivista “AIS/Design: Storia e Ricerche”.

A distanza di dieci anni, tornare su queste tema,che assume un significato par,colare. Non solo è importante continuare a indagare e ragionare sulle diverse forme di mediazione e produzione della cultura e della storia del design, ma gli eventi dell’ultimo anno, con l’esplodere dell’emergenza Covid-19 e le chiusure forzate di musei, archivi, biblioteche e gallerie, sollecitano un confronto sul passato e sul futuro di tali pratiche.

Con queste intenzioni, e concentrandosi sul design e sulla moda nelle loro articolazioni, il V convegno dell’Associazione è dedicato al tema del “design esposto”, nella duplice chiave del “mostrare la storia del design” e della “storia delle mostre di design”.

La storia delle mostre di design. La storia del design è da sempre una storia non solo di progetto e prodotto ma anche di mediazioni. Fra queste, mostre ed esposizioni hanno costantemente svolto una funzione cruciale nella costruzione e discussione disciplinare del design, e più ampiamente nella diffusione della cultura del progetto. Dalle grandi esposizioni internazionali alle mostre promosse da musei e gallerie, passando per le fiere di settore e le iniziative di aziende, designer e associazioni professionali, selezioni di oggetti e documenti sono state curate e allestite per illustrare e promuovere diverse idee di design. Da tempo gli storici hanno cominciato a includere queste iniziative fra i loro oggetto di studio, indagando e ricostruendo il valore produttivo e anche politico delle scelte curatoriali, dei progetti allestitivi, dell’apparato espositivo, nella cornice dei differenti contesti culturali. Si tratta di un lavoro di indagine che continua a meritare spazio, e che può offrire spunti di riflessione e di ripensamento non solo per la comprensione storica ma anche per la critica del design contemporaneo.

Mostrare la storia del design. Nel Novecento mostre ed esposizioni hanno offerto uno spazio importante per elaborare e verificare diverse possibili ricostruzioni del passato, per raccontare molteplici storie del design. L’attenzione emersa negli anni settanta verso la valorizzazione delle testimonianze della cultura materiale e, da fine anni ottanta, l’intensificarsi dei processi di musealizzazione del design e della moda hanno inoltre portato all’apertura in buona parte del mondo di strutture museali, archivi e collezioni, pubblici e privati, rivolti a un pubblico sempre più ampio. Negli anni recenti questo tipo di processo sembra essere aumentato, anche per la necessità di rendere conto di un patrimonio di materiali sempre più consistente e di vicende sempre più lontane nel tempo – inclusi movimenti, figure e questioni che hanno ormai raggiunto o superato un secolo di storia.
Nel 2019, per esempio, il centenario del Bauhaus è stato festeggiato con tre grandi esposizioni che, organizzate nelle città simbolo di quella istituzione, hanno narrato le vicende della scuola attraverso la presentazione di materiali e documenti originali – alcuni mai esposti prima –, e offrendo interpretazioni diverse di una delle esperienze chiave del design moderno. Guardando all’Italia, a Milano mentre alla Triennale dal 2019 è aperto al pubblico un “museo del design italiano”, è imminente la conclusione del cantiere dell’Adi Design Museum Compasso d’oro che promette di diventare un centro culturale con un ruolo attivo nella vasta rete dei musei nazionali. Nella stessa città, nel 2020, la mostra Memos al museo Poldi Pezzoli ha riattivato con il parziale rinnovamento dell’allestimento del 1980, 1922-1943: Vent’anni di moda italiana, una sede espositiva connessa alla non ancora risolta questione del museo della moda. Nel frattempo, archivi e musei dedicati ai progettisti e alle aziende svolgono sul territorio il ruolo di presidi della cultura del design, con operazioni di messa in scena e racconto di grande visibilità internazionale. Così, mentre nella Motor Valley, in Emilia-Romagna, varie imprese dell’automotive e del motorsport hanno allestito musei in cui il passato serve alla promozione del marchio contemporaneo, a Firenze, la Gucci Garden Galleria utilizza l’archivio storico del brand per celebrare e, simultaneamente, riflettere sui processi di riattivazione dell’heritage. 
Mentre simili iniziative si moltiplicano confermando la stretta relazione fra esporre e fare storia, è necessario continuare a riflettere sugli specifici strumenti concettuali, interpretativi e operativi necessari per la cura e la comunicazione della storia del design, nonché sul ruolo che storici e studiosi possono svolgere all’interno o accanto a queste strutture e alle altre competenze coinvolte.

Design esposto e accelerazione digitale. Nell’ultimo anno, l’emergenza Covid-19 ha generato una nuova luce sul valore e l’importanza delle pratiche espositive e curatoriali. Come in altri ambiti, anche nel campo del design le chiusure forzate di musei, archivi, biblioteche e gallerie hanno rivelato i delicati equilibri, i limiti e le difficoltà delle più convenzionali attività espositive, allo stesso tempo aprendo uno squarcio improvviso – e talvolta improvvisato – su possibilità alternative di presentazione e narrazione. Mentre spazi e collezioni sono rimasti fisicamente non accessibili, Internet ha permesso alle istituzioni di presentare a un pubblico allargato una varietà di contenuti e rappresentazioni che si mescolano in rete con quelli prodotto da una pluralità di soggetti, più o meno esperti o specializzati. Se da un lato le restrizioni dovute alla pandemia hanno favorito e accelerato l’investimento in modalità di racconto e comunicazione della storia del design che sono probabilmente destinate a diventare un nuovo standard – dalle storie Instagram alla visita guidata in streaming –, dall’altro lato restano aperti importanti interrogativi sulla loro capacità di costruire memoria, nonché sulle prospettive che la cura e l’esposizione fisica di oggetti e documenti, come testimoni e interpreti palpabili del passato, potranno avere nello scenario post-digitale.

Il convegno Design esposto: Mostrare la storia / La storia delle mostre intende raccogliere contribu, attorno a due filoni principali:

  • –  la storia di mostre ed esposizioni di design e moda realizzate dagli anni trenta del Novecento in poi;
  • –  le pra,che contemporanee dell’esporre la storia del design, includendo anche gli s,moli provenien, dall’a:uale accelerazione digitale.

Gli autori sono invitati a proporre contributi di carattere storico e storiografico e riflessioni originali su questioni e temi quali:

  • –  l’analisi storica di specifiche vicende espositive di design e di moda che proponga inediti punti di vista e approfondimenti risptto a vicende già note e consolidate oppure a esperienze non già indagate;
  • –  l’analisi storica del ruolo dell’apparato espositivo e del “paratesto” delle mostre di design e moda;
  • –  la ricostruzione storica della ricezione e del dibattito generato da specifiche mostre di design e moda, e il loro impatto sulla cultura del design;
  • –  le relazioni fra pratiche esposi,ve, curatoriali e storiografiche;
  • –  il riallestimento di mostre del passato come pratica espositiva e storiografica;
  • –  il contributo della conoscenza e metodologia storica e degli storici dentro le istituzioni espositive per la diffusione della cultura del design;
  • –  l’archivio come forma espositiva (da backstage a mostra), anche con attenzione alle relazioni fra archivio fisico e digitale;
  • –  questioni e prospettve della storia del design esposta presso musei, archivi e strutture non specificamente dedicate al design (musei di cultura materiale, musei della scienza e della tecnica, musei d’arte, archivi e musei d’impresa, archivi personali ecc.);
  • –  l’apporto alle conoscenze storiche fornito da esposizioni partecipate e condivise, ossia costruite dal basso;
  • –  il design esposto ai tempi dei social media, tra fisico e digitale.

    curatori: Fiorella Bulegato, Maddalena Dalla Mura, Gabriele Mon, sede: Università Iuav di Venezia / online

    scadenze importanti:
    – 03.07.2021: consegna abstract di proposta
    – 02.08.2021: comunicazione acce:azione
    – 26-28.11.2021: convegno online
    – 10.01.2022: consegna full paper per la pubblicazione negli aU del convegno

    modalità di invio della proposta:
    Gli interessa, possono inviare, entro il 3 luglio 2021, una proposta all’indirizzo info@aisdesign.org. La proposta deve essere composta e consegnata in un file .doc/.docx, seguendo le istruzioni e utilizzando il form scaricabile qui.

modalità di svolgimento e partecipazione al convegno:

Il convegno si svolgerà online.
Ai relatori e ai partecipanti è richiesta l’iscrizione all’associazione AIS/Design, attraverso la compilazione del modulo scaricabile qui e il pagamento di una quota associa,va di 50 €.

Associazione Italiana Storici Del Design. AIS/Design